Carlo Rosselli e Socialismo liberale by Zarini Andrea

Carlo Rosselli e Socialismo liberale by Zarini Andrea

autore:Zarini Andrea [Andrea, Zarini]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica Sociologia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Gli altri versanti

La rivista “Il Quarto Stato” affrontò altri temi oltre a quelli d’interesse prettamente politico ed attuale; fra questi spicca maggiormente quello dei rapporti fra socialismo e filosofia, nei quali articoli Rosselli interviene in maniera sporadica e sintetica.

In uno di questi pochi interventi, steso in una nota finale ad un articolo di Giuliano Pischel, Rosselli riafferma l’atteggiamento principale del giornale, che vuole essere il rinnovamento dall’interno del movimento socialista: << No, amici, il mondo c’era prima che noi nascessimo, ed il socialismo pure, e se noi abbiamo il diritto di non accettare senza bilancio l’eredità dei vecchi, abbiamo pure il dovere di inchinarci sulle cose grandi e degne che hanno fatto>>; e continua affermando che della revisione idealistica accetta soprattutto il volontarismo, l’impulso all’azione politica.

Rivolgendosi a Zibordi il fiorentino scrive: << Noi crediamo nella volontà umana come in uno dei fattori essenziali della storia: essa non basta, ma essa è la condizione per fare, per non impantanarsi in quel determinismo puro che fa il paio con la divina provvidenza dei cattolici>>.

Per quanto riguarda la politica estera e gli avvenimenti internazionali, è significativa la posizione assunta da “Il Quarto Stato” in 112

una nota direzionale, dovuta probabilmente a Rosselli. Nella lotta iniziata da Stalin contro Trockij, il giornale vede << la conseguenza inevitabile della dittatura bolscevica, dittatura del Partito sul popolo; soffocamento quindi d’ogni autonomia spirituale e politica e, si osserva, il fatto solo che l’opposizione si manifesti attraverso i più autorevoli capi della rivoluzione, sta ad indicare che la dittatura è entrata in crisi e non si potrà risolvere che allargando i quadri della democrazia operaia>>.

Il giudizio sul bolscevismo e sulla Russia sovietica, scaturisce, del resto, dalla prospettiva politica ed ideologica generale cui guardano i direttori del settimanale, Rosselli in particolare.

Da questo punto di vista acquista importanza soprattutto lo spazio e l’attenzione che Rosselli dedica alla socialdemocrazia austriaca, in particolare ad Otto Bauer.

Quest’interesse prova la ricerca di una terza via tra riformismo e bolscevismo di cui la socialdemocrazia austriaca sembrava fornire l’esempio migliore.

Presentando le conclusioni del libro di Bauer sulla rivoluzione austriaca, Rosselli accetta in pieno la linea politica dei socialisti austriaci nel primo dopoguerra.

Quando l’Austria-Ungheria si dissolse nell’ottobre 1918 e la socialdemocrazia assunse il potere, a molti apparve possibile la rivoluzione socialista, ma – scrive Rosselli – fattori interni ed internazionali impedivano di andare oltre la rivoluzione nazionale e democratica: << La socialdemocrazia non esitò. Essa affrontò inevitabilmente il durissimo compito di combattere con tutti i mezzi lo scatenarsi della fatale avventura voluta da Mosca>>.

Così, per il fiorentino, la conciliazione tra classe e nazione, tentata dai socialisti austriaci, risponde ad esigenze storiche e politiche della società europea.

Dal marzo all’ottobre 1926, Rosselli trascorre a Milano la maggior parte del suo tempo.

Il peso della rivista ricade in pieno sulle sue spalle. Via Ancona, la 113

sede del settimanale, è un luogo di riunione quotidiana per i giovani socialisti che vogliono l’unificazione dei due partiti e la costituzione di una coalizione antifascista repubblicana.

Il suo piano di lavoro per il futuro più vicino è



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